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Ignazio-SanteramoClasse 1925, l’8 settembre si rifugiò con suo fratello a Prarostino sopra Pinerolo.

Catturato dopo un rastrellamento Tedesco il 17 ottobre, condotto a Pinerolo alla caserma Berardi, poi alle prigioni militari della Scuola di Cavalleria.

Trasferito a Torino alle carceri di Corso Vittorio, alla fine di gennaio 1944 trasferito a Novara per la deportazione in Germania, riesce con alcuni coetanei a fuggire un po' a piedi un po' in treno a Barge e di salire al Montoso dove si era già formato un numeroso gruppo di partigiani.

Aggregato alla squadra di un certo Romano, fu poi chiamato da "Milan" a far parte di una formazione di circa cinquanta ragazzi destinata a operare in pianura.

Presero posizione in un territorio grossomodo a forma di quadrilatero i cui vertici erano la Crociera di Barge, San Martino di Barge, Staffarda e Envie.

Il primo combattimento avvenne a Staffarda: caddero due tedeschi.

Divisi in nuclei: quelli di Pinerolo (Martin, Totò, Sputafuoco, Mario, Culcun e Santeramo detto "Ganster"), componevamo il B. D. N. (Borgo dei nobili).

Miracolosamente sfuggì all’agguato del Novena alla Madonnina di Bagnolo Piemonte dove purtroppo nell'agguato, rimasero uccisi "Scintilla", autista del camion , e "Cecu `d Villafranca" che era sulla "Balilla" a fianco di "Prue" che era al volante.

Partecipò alla liberazione di Torino con una delle formazioni garibaldine (Squadra di "Milan"), incaricato dell'occupazione della zona della Cittadella, ove sorgeva anche l'edificio dell'ex Camera del Lavoro e della caserma Cernaia , sede della Brigata Nera.

Presa la città, ci vollero quasi quindici giorni per porre termine alle azioni dei cecchini.

Verso fine maggio torna a Pinerolo dove lo attende una brutta notizia.

Qualche mese prima suo padre era stato preso come ostaggio dai tedeschi perché padre di un partigiano ed era stato condotto a Erba, ove, essendo lui calzolaio, era stato costretto a riparare le scarpe dei tedeschi.
Ricoverato nell’ospedale di Erba per una grave infezione a un ginocchio, riportato a casa da Ignazio, nel dicembre dello stesso anno (1945) fu necessario procedere all'amputazione della gamba.

...vissi sempre nella convinzione di essere dalla parte giusta e nella convinzione di partecipare alla costruzione di un mondo migliore per tutti.

Ignazio Santeramo detto ganster

Giorgio 2013