Fine del fascismo Italiano

Scritto da Il'ja Grigor'evič Ėrenburg.

Le due batoste. Ampi stralci.

Per la Germania sono iniziate le giornate nere. I tedeschi hanno appreso di aver perso il Donbass e che per consolazione l’Italia è caduta.

La guerra si avvicina alle porte del brigante.

Il Duce era fiero di essere il primo servo del Fuherer.

Quando Hitler sbranava la Francia gli italiani accorsero a dare una mano e il conte Ciano esclamò che non bisognava lasciarsi sfuggire quell’occasione.

Un’occasione che è costata cara. Le città italiane in macerie, le vedove dei soldati morti in Grecia, in Libia, in Russia. Ed ora la capitolazione.

Questa è la condanna pronunciata dalla storia . Le camice nere hanno straziato la piccola Grecia. Gli italiani hanno dato una mano per soffocare la Jugoslavia.

Gli italiani hanno predato le città del Donbass e sono arrivati al Don.

Allora il solito fascista idiota scrisse sul Popolo di Italia “ I soldati italiani distruggeranno l’Impero Russo fatto di bolscevici, kirghisi, samoiedi e cazari.”

La nemesi è venuta sui campi della Russia. Prima fu annientata la Celere, poi venne la volta della Pasubio. Furono quelle le prime avvisaglie.

Nell’inverno nell’ansa del Don l’Armata Rossa pose fine al corpo di spedizione italiano.

Intanto gli alleati cacciavano gli italiani dall’Africa mentre le città si sgretolavano sotto le bombe.

Quando gli alleati sbarcarono in Sicilia gli italiani chiesero aiuto ai tedeschi, ma questi subivano l’offensiva sovietica.

Oriol o la Sicilia? Il dilemma di Hitler fu presto risolto con la perdita contemporanea di Oriol e della Sicilia.

Ad est è iniziata la cacciata dei tedeschi. A sud gli italiani in preda all’ira hanno cacciato Mussolini.

Noi non confondiamo gli italiani con i fascisti.

Sappiamo che i vignaiuoli di Toscana, gli operai di Milano, i pescatori di Napoli non sono mai stati alleati di Hitler.

La battaglia per l’Italia non si è svolta soltanto in Sicilia, ma anche ad Oriel, Belgorod e Karkhov.

Ora è finita. Un nemico è stato abbattuto. Gli è stata strappata una gamba, poi verrà la testa.

La Francia è in ebollizione. Preparano la loro vendetta greci e jugoslavi.

In silenzio attende la terra dei briganti. E ascolta il suono dei passi.

È la guerra che avanza. Viene dall’est e da sud e poi verrà da ovest.

Il maggiordomo è in galera.

Fra poco sarà preso per la collottola anche il suo padrone.

Roma è caduta.

Domani cadrà Berlino.”

Forse Erenburg non sa che a Roma i patrioti cadono con le armi in pugno.

Che il popolo italiano ha deciso di riscattarsi da venti anni di fascismo cacciando i tedeschi da Napoli e poi di liberare le città italiane, una dopo l’altra prima dell’arrivo degli alleati.

La strada della Resistenza sarebbe stata lunga e sanguinosa, ma alla fine gli sprezzanti generali tedeschi si sarebbero arresi nelle mani del popolo italiano e dei suoi figli migliori.

Dalle pagine ingiallite della stampa russa  →   La terribile estate del '43